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- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Gli Arusnati

Località:

Lessinia

Scultura:

Statuette fittili (terracotta) di voto: uccellli, pastori, Attis

Arti minori:

brocca e balsamari - Arte del Vetro; lucerna - Arte Fittile

Periodo:

Epoca romana

Stile:

Arte Romana

Artista:

Ignoti

Clima:

Collina

La conoscenza di questo popolo inizia con le osservazioni pubblicate nel 1732 dallo storico-naturalista Scipione Maffei su Verona Illustrata circa le due iscrizioni in pietra rivenute in seguito a scavi a Fumane ed a Sant’Ambrogio di Valpolicella.

La prima l’iscrizione è su un’ara votiva posta da C. Papirio Threpto alle Ninfe Auguste e al Genio del Pago degli Arusnati ora al museo Maffeiano di Verona. La seconda è una grande tabella marmorea che ricorda come C. Ottavio Capitone diede agli Arusnati, su suolo privato, un Udisna Augusta, in memoria dei suoi ed a nome degli ottimi fratelli. Si trattava probabilmente di una Fontana pubblica fatta costruire da un esponente della famiglia più potente del pago Arusnate la gens a Octavia (Museo Maffeiano).

L’organizzazione del pago si basava sui Magistrati o Aediles che duravano in carica un anno, venivano eletti in numero di due o quattro e di un Consiglio, anche questo elettivo, di Delecti che formulava delle sentenze (de pagi sententia) e aveva il compito di promulgare ed applicare la Lex Pagana.

Gli Aediles oltre a svolgere funzione di controllo sulle decisioni del Consiglio, avevano in gestione i beni del pago, curavano i rapporti con il municipio cittadino e ripartivano i carichi di lavoro per la manutenzione delle vie vicinali del pago. Gestivano anche un “Poderarium” che oggi sarebbe l’ufficio dei pesi e delle misure la cui presenza era essenziale per risolvere pacificamente le controversie fra compratori e venditori.

Nella sfera religiosa, gli Aediles, svolgevano un ruolo importante per quel che riguarda la custodia e la manutenzione dei luoghi di culto. Questi responsabili si chiamavano Fanonum Curatorum e disponevano di apposite somme di denaro al riguardo (Pecunia Fanatica). Avevano altresì il compito di organizzare l’annuale “Lustratio Pagi” una cerimonia di purificazione intesa a richiamare la protezione divina su tutto il territorio e sulla popolazione del pago. Avevano anche una propria gerarchia sacerdotale al cui vertice si trovava il Pontifex Sacrorum Raeticorum cui erano sottoposti dei sacerdoti avente l’autorità di Manisnavius  e sotto di essi si trovavano i Flamini e le Flaminiche.

A San Giorgio di Valpolicella, capoluogo religioso del pago si venerava la divinità del Pantheon Arusnate, come Cuslano divinità di probabile origine etrusca, Lualda che potrebbe essere la misteriosa Lua Saturni, compagna dell’antico Saturno italico venerato dalla popolazione retiche. Jupiter Felluennirs che, secondo alcuni storici potrebbe essere accostato ai Jupiter Liber cioè Dionisio; Iahnagalla e Sqnnagalla divinità di probabile origine celtica e il Genio del pago degli Arusnati, spirito benevole protettore per tutta la vita di ogni singolo abitante del pago.

A San Giorgio di Valpolicella è stata rinvenuta fra l’altro una stipe votivo con resti di focolari sacrificali e delle statuette rotte di terracotta raffigurante dei, donatori e animali. Fra le immagini di dei spiccano in particolare quella del giovane dio pastore con siringa (flauto di Pan) e pedum (bastone) cioè Atti divinità orientale che rappresenta la vegetazione che muore e rinasce, e e soprattutto è stata rinvenuta “la Dea in trono degli Arusnati” simile a Cibele il cui culto è associato a quella di Attis, vestita con tunica (chitone) e sopratonica (himation)

porta un copricapo fatto da un cestello di vimini e, particolare strano, presenta una figura rannicchiata sotto ai suoi piedi, il che riporta il culto di Nemesi dea collerica e vendicativa venerata dai soldati e dai gladiatori che l’invocavano perché stesse loro lontano. Accanto a questa divinità particolari non bisogna dimenticare che si veneravano le più popolari divinità del pantheon romano come Saturno, Vesta, il Sole, la Luna e soprattutto i dei domestici come i Lari, le Grazie e le Ninfee.

A proposito di queste ultime abbiamo visto l’importanza che il culto dell’acqua ha avuto presso gli Arusnati prima e poi i romani. (Oltre alle iscrizioni ed epigrafi su are rinvenute in vari luoghi,  lo testimonia fra l’altro anche il celebre Pantheon di Santa Maria in Stelle). A questo culto in fondo si rifà una leggenda popolare molto diffusa nel veronese, quella delle “Anguane” misteriose e benevole creature abitanti gli antri ubertosi e le sorgenti d’acqua che l’umanista Della Torre volle associare, per primo, al culto delle Ninfee dei boschi e volle individuare il loro “reduto” (luogo di frequentazione) presso le sorgenti Settefongli posta sotto il Monte Comun nella zona di Negrar. La loro presenza leggendaria misteriosa ed un po’ inquietante sopravvive ormai solo nella tradizione orale e nelle favole che qualche nonno racconta ai suoi nipoti, assieme ai nomi di questi Dei arcaici scolpiti sulla pietra dalle mani antiche di qualche anonimo scultore del passato.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

“Lessinia” C.T.G. – Verona