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- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Il castelliere del Monte Loffa

Località:

Lessinia

Periodo:

Preistoria

Clima:

Collina

Nella zona del Monte Loffa, lo studioso Stefano De Stefani tra gli anni 1881 e 1888 esplorò e scavò assiduamente la zona del “Castegion” del Loffa attirato dalle scoperte di sepolture fatte precedentemente.

Quello che portò alla luce fu un villaggio dell’Età del Ferro composto da 27 capanne dei tipo seminterrato, di cui una soltanto, la n. 4 la più completa e la più ampia è arrivata fino a noi con una descrizione abbastanza particolareggiata e uno schizzo.

Di tutte le altre casette non ci sono rilievi topografici, restano però le descrizioni dei ritrovamenti.

Nella casetta n. 9 sono stati ritrovati al suo interno dieci pesi in pietra arenaria, disposti a raggiera su un piano di pietra con al centro un contenitore campanulato contenente del frumento carbonizzato.

Nella capanna n. 10 si sono ritrovati circa due ettolitri di frumento carbonizzato e un contenitore di dimensione di un bicchiere.

Nella n. 15 invece vi furono trovati mezzo ettolitro di lenticchie e delle fave.

Dalla n. 23 proviene il dodecaedro in pietra a face pentagonali rinvenuto ad una profondità di circa un metro in terra carboniosa mista a detriti di roccia, cocci, fusaiole, pezzi di macine in porfido e alcune selci.

Il materiale usato per il dodecaedro è una varietà di steatite color grigio, ha un diametro di 7 cm ed ha incisioni a linee e incavi semisferici disposti su 7 delle 12 facce.

Più tardi le ricerche vennero riprese dal Battaglia nel 1930 vicino al “Castegion” nella cava di Morandini con il ritrovamento di alcuni manufatti in selce appartenente al periodo musteriano. (Paleolitico Medio 120.000-40.000 anni fa)

Sul “Castegion” fu scoperto anche una grande abitazione a pianta rettangolare con pareti in lastroni calcari a coltello e oggetti sul pavimento di roccia spianata dove presso la parete nord venne alla luce quarantadue piccole piramidi in pietra.

Un’altra delle casette venne scavata nel 1936, poi più tardi, tra il 1950 e il 1963.

Le ricerche continuarono con saggi di scavo ad opera del Museo Civico di Storia Naturale di Verona e vennero scoperte e scavate alcune casette sempre del tipo semi interrato e due in inumazioni del tipo “a cista” (sepoltura a scatola di pietra) con corredo funerario in selci eneolitiche.

Pesi da telaio scoperti in un angolo di una casetta

I reperti più antichi di questa stazione sono costituiti dalle punte e dai raschiatoi musteriani che indicano, probabilmente, la frequentazione stagionale di un gruppo di uomini sulla sommità del Loffa nel periodo del Paleolitico Medio. Mentre altro materiale ritrovato è attribuibile all’Eneolitico. (Età del Rame)

Durante l’Età del Bronzo si pensa che il sito avesse le dimensioni di un villaggio di notevole importanza a giudicare dalle diverse ciotole emisferiche e i vasi muniti di anse lunate.

Ancora altro materiale è stato recuperato, attribuibile al V e al IV secolo a.C. come olle, ciotole, tazze, grandi vasi, fibule in bronzo e in ferro, attrezzi da lavoro in ferro, perle in pasta vitrea e anche parecchie monete.

Dalla diversità del materiale ritrovato si può leggere l’evoluzione della storia che è passata attraverso questo sito e la diversità di abbittanti che saltuariamente o continuativamente lo ha abitato, dal Paleolitico Medio 120.000 anni fa fino ad oltre l’Età del Ferro.

Frammenti di ceramica della media Età del Bronzo
Attrezzi in ferro: mollettone, picconi, sgorbia, cesoia.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

“Lessinia” C.T.G. Verona – AA.VV.