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- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Oratorio di San Eustachio

Località:

Prognol (Marano di Valpolicella)

Architettura:

Chiesa - ignoti - Arte Romanica (rimaneggiata), Arte Barocca

Artista:

Ignoti

Si trova a Prognol (Marano di Valpolicella).

Oratorio a pianta basilicale (aula unica), d’origine probabilmente romanica con manomissioni, oggi recintato in una proprietà privata è poco visibile, conserva: l’orientamento, l’abside semicircolare, l’ingresso rettangolare con stipiti e architrave in tufo forse originali.

Sul lato nord possibile abitazione ‘400 di un eremita su cui svetta un campaniletto.

Nel maggio 1458 la visita pastorale del Vescovo Ermolao Barbaro segnala che il parroco di Marano è celebrante durante la settimana. Nel 1532 e 1553 gli ordinata (prescrizioni vescovili delle visite pastorali) raccomandando la riparazione del tetto, nel 1573 invitano i fedeli a riparare l’oratorio e procurare paramenti per la messa.

Nel maggio del 1699, la visita pastorale certifica l’avvenuta sospensione dell’oratorio per incuria, il Vescovo chiede al proprietario Antonio Lorenzi, di ripararlo, renderlo agibile e restituirlo al culto.

L’ottobre 1717 è però deposito d’uva vendemmiata e verdure, il Vescovo chiede ai proprietari Lorenzi, d’evitare: l’uso profano e di mandarlo in rovina. Nel 1752 viene messo un altare marmoreo e nel 1755 il proprietario don Giovanni Battista Lorenzi esegue ulteriori interventi e riesce a togliere la sospensione, la visita pastorale del 1764 trova un oratorio decoroso, con altare marmoreo e icona (termine generico di immagine sacra), coro in veci di sacrestia ben fornita di paramenti sacri e suppellettili, fu poi nuovamente sospeso per abbandono. Solo nel 1777 si ha certezza che la cappella è dedicata a San Eustachio ed ai compagni martiri (sua moglie e i due figli maschi), ed è liberamente frequentabile dagli abitanti della contrada durante le funzioni.

Di metà ‘700: in facciata la finestra a mezzaluna e la nicchia (con probabile statua) che cancellò il probabile occhio romanico (finestra circolare a mo’ di mini rosone), due finestre rettangolari in tufo nel lato sud.

Nel 1850 è restituito al culto dal nuovo proprietario Giovanni Battista Buella.

Già nel 1999 è un deposito degli attrezzi e dell’uva.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

Collana: Le contrade della Lessinia – Le contrade di Marano di Valpolicella – Coordinamento Maurizio Delibori (parte analizzata di Paolo Villa) – Ctg Lessinia – 2007