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- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Preistoria del Monte Baldo – 1

Località:

Monte Baldo

Periodo:

Preistoria

Clima:

Mezza montagna

PALEOLITICO MEDIO (dal 150.000 al 36.000 a.C.)

Le prime frequentazioni umane sul Monte Baldo potrebbero risalire al paleolitico medio precisamente al periodo Inter stanziale Risse-Wurm dal 150.000 a 36.000 anni a.C.

Reperti paleolitici sulla catena del Baldo sono piuttosto rari, poiché durante la glaciazione wurmiana, questa era quasi completamente coperta da ghiacciai e quindi difficilmente raggiungibili. Le vette erano generalmente coperte da nevi persistenti, mentre le zone libere d’estate e quindi ricoperte di verdi pascoli erano la sinclinale di Ferrara di Monte Baldo e un’ampia fascia attorno Prada, la Valle dei Lumini compreso il Monte Belpo.

Ricostruzione dell’ultima glaciazione wurmiana nell’area Baldo-Garda

Gli spostamenti erano motivati dalla necessità di rifornirsi di selce affiorante in modo consistente sul versante sud-occidentale del Monte Belpo e precisamente nella Val dei Canoni nei pressi di Pesina di Caprino Veronese e nella Valle dei Lumini.

Questa roccia silicea di diverso colore, si trova allo stato naturale in noduli o listelli contenuti in strati di Biancone di origine sedimentaria. Era un materiale che si poteva scheggiare in modo uniforme e prevedibile per ottenere affilati strumenti.

L’uomo (Homo sapiens neanderthalensis) percuoteva con colpi forti e precisi un ciottolo siliceo, lo scheggiava ed otteneva margini molto taglienti, creando la forma a mandorla e un’ascia ben affilata e preziosa. Le schegge rimanenti erano pure utilizzate come punte da fissare su lance di legno, altre diventavano raschiatoi, punteruoli, grattatoi, pugnali, bulini, lame da taglio usate per uccidere gli animali, per scuoiare e lavorare le pelli, per tagliare le carni.

Rinvenimenti di manufatti di selce del Musteriano (caratteristico del paleolitico medio e del neanderthaliano) furono trovati a San Bartolomeo di Prada (San Zeno di Montagna) a quota 850 m il reperto più antico che fu trovato in superficie e consiste in una punta musteriana di pietra scheggiata che andava innestata sul legno ed era utilizzata come arma. Negli anni 80 l’archeologo Cheildonenio rinvenne a Lumini un paio di selci, di colore biancastro, alterate da processi chimici, le quali presentavano scheggiature atte a produrre uno strumento.

Inoltre, sul Molte Belpo raccolse alcuni manufatti, tra cui un arnese a forma di mezzo disco. Altri manufatti e utensili litici patinati furono rinvenuti a Madonna della Neve nei pressi della malga Tressoli  a 1.100 m di quota, al passo San Valentino a 1300 m, al passo Valt Trovai, al Cavallo di Novezza, in Val Basiana, a Sperane di Lumini, sul Monte Risare. In una cavità rocciosa, a Feniletti di Pazzon a quota 500 m, fra le argille che costituivano il riempimento della grotta, furono trovate tracce più o meno abbondanti di un’industria litica.

Si ritiene quindi che popolazioni nomadi penetrassero dalla piana di Caprino sul Monte Belpo e sul Monte Baldo per battute di caccia e per la raccolta di frutti spontanei bacche, erbe, germogli, frutti, radici, tuberi, semi, d’estate si dedicavano all’attività venatoria mentre d’inverno si trasferivano nelle zone più basse, raccoglievano gli abbondanti nuclei di selce presenti sul Baldo per uso personale oppure come preziosa merce di scambio.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

da “Monte Baldo” C.T.G. – Verona – A.A.V.V.