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- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Villa Allegri-Arvedi

Località:

Cuzzano - Grezzana

Architettura:

Villa veneta - Arte Neoclassica - Giovanni Battista Bianchi; Chiesa a pianta circolare - Arte tardo Barocca

Scultura:

Camini - Ignoti - Arte Rinascimentale

Pittura:

Affresco - Ludovico Dorigny - Arte Barocca; Dipinti - Paolo Farinati - Arte Manierista; Tela - Alessandro Turchi - Arte Manierista; Tele - Giuseppe Porta - Antonio Calza - Arte Barocca; Affresco - Antonio Balestra - Arte tardo Barocca

Arti minori:

Rami da cucina - ignoti ; Arte del Tessuto timbri - ignoti - Arte tardo Barocca; Panche lignee dipinte - ignoti - Arte tardo Barocca

Periodo:

Epoca veneta

Stile:

Arte Manierista, Arte Barocca, Arte tardo Barocca, Arte Neoclassica

Artista:

Ignoti, Antonio Balestra, Giovanni Battista Bianchi, Antonio Calza, Ludovico Dorigny, Paolo Farinati, Giuseppe Porta, Alessandro Turchi

Botanica:

Giardino all'Italiana, Boschi

Clima:

Collina

Tradizioni:

Agricoltura, Silvicoltura, Bachicoltura, Olicoltura, Vigneto, Torchio, Filanda, Floricoltura

Fra Marzana e Grezzana, in località Cuzzano, si trova a 10 km da Verona.

Forse a Cuzzano nel 967 c’è un podere della chiesa di San Procolo di Verona.

Nel 1200 il luogo della villa è di Mastino, Alberto e Cangrande della Scala.

Nel 1432 è possessione con casa fortezza merlata, torcolo da vino e olio.

Forse nel ‘500 ospite San Carlo Borromeo nella presumibile villa. Fine ‘500 il Conte Annibale Allegri è condottiere della Serenissima, come i suoi figli macchiatisi di crimini nel ‘600 che tramite i bravi seminarono terrore. Nel 1653, Gio. Batta Allegri di Gerolamo ha una casa patron e lavorente, 260 campi (100 vegri, 80 in piano a vigne, 80 in monte a vigne e olivi) e mulino. Nel 1683 i campi sono 314, con “horto” e [A] torcolo da olio (oggi funzionante).

Fra il 1653 e il 1682 il reddito costante è stimato sul migliaio di ducati, grazie alla trasformazione fondiaria.
NB [?] = indicazione su mappa (d’insieme e/o di dettaglio).
[B] 1653-6 progettato l’attuale palazzo da Giovanni Battista Bianchi (neoclassico con elementi barocchi), ingrandendo – inglobando gli edifici precedenti.

25 gennaio 1717 i beni sono illustrati nel disegno (nell’oleificio della villa) di Antonio Schiavi: [A] magazzini per le bigattiere (bachi da seta) setificio (secondo Volkamer, noto per le incisioni dei giardini veronesi, in parte scomparsi e di villa Arvedi) di cui rimangono le bellissime matrici in rame per decorare le sete; inoltre: [C] essiccatoi per il tabacco – barchessa, [D] stalle e tezza (fienile), [E] scuderia, [F] pollai, [G] case per i contadini, [H] serra, [I] caneva (per il vino), [L] casanteria (custode), torcolo per l’olio; coltivati: vigne, fruttari, gelsi per i bachi, 10%oliveto, prati e ampio bosco a carpini e roveri; l’acqua delle colline alimenta [– · – · –] l’acquedotto , [M] due lisciare (una per i signori, l’altra per i dipendenti), [N] peschiera, [P] giassara per il ghiaccio), [Q] serbatoi. Nel 1745, Gerolamo di Carlo ha 194 campi. Nel 1718 gli Allegri ottengono la riscossione dei lucrosi dazi su animali vivi e vino, oltre ad esserne produttori e nel 1779 sono denunciati per irregolarità, nel 1789 la persero a causa dei francesi repubblicani e la riottennero nel 1792.

Giovanni Battista senza figli maschi muore e il patrimonio fu dissipato dalla figlia Lucrezia, l’8 gennaio 1824 la villa per 362.068,97 lire austriache, passa al trentino commerciante e fabbricante di sete Giovanni Antonio Arvedi, che nel 1816 costruì un palazzo-loggia neoclassico di Giuseppe Barbieri in Via Mazzini 50 Verona (Largo due Campane) e nel 1828 fece progettare al roveretano Valentino Gasperini una innovativa filanda a vapore per la seta (che avrebbe trasformato la villa, senza occupare i coltivi). A fine ‘800 vivevano in villa 8 familiari Arvedi, 4 serve e cuoche, 9 castaldi, 6 cocchieri, 8 giardinieri, 4 cantinieri, 10 falegnami, 11 primi lavorenti, 10 secondi lavorenti, 5 terzi lavorenti, 12 quinti lavorenti. Gli Arvedi proseguono le attività degli Allegri, il brolo è coltivato al 70% (il resto a bosco con [R] rocolo) e per oltre 1/3 è ad olivi (anche nei poderi mezzadrili), il frantoio è fra i più moderni della provincia, lavora anche olive di altri privati; si aggiungono: floricoltura per il mercato Veronese, orticoltura, allevamento di cani, voliera, potenziamento della bachicoltura.

‘900 il brolo è esteso come nel ‘700, coltivato oltre il 50% a vigneto specializzato.

[ 1 ] VIALE PROSPETTICO
con tipica fuga prospettica in salita, che fa sembrare il giardino più profondo di quello che è, la topiatura (potatura geometrica inventata dai romani) serve ad estendere – armonizzare le architetture del palazzo col verde. Il giardino, era fiancheggiato da [H] serre (ora scomparse) con alto muro ricoperto di capperi.

[ 2 ] FACCIATA
neoclassica con elementi barocchi. In basso al centro atrio (3,5X20m) con colonne e pilastri laterali tuscanici (es. l’Arena) a bugnato rustico (come le rovine romane). Al primo piano, grande terrazza, con cartiglio e putti barocco, (forse stemma abraso degli Allegri). La trabeazione, (come i templi dorici), è mossa da metope (riquadri lisci con stelle e armi) e triglifi (riquadri striati), sei bei telamoni barocchi. Forse del Bianchi le statue della terrazza del tetto, che innalzano ed alleggeriscono la facciata). Le semplici ali laterali, alleggerite dagli alti vasi del tetto, evidenziano l’elaborato corpo centrale. Ai lati due torri colombare con affreschi ‘800 rovinati (a destra con il palazzo e a sinistra l’oratorio).

[ 3 ] GIARDINO GEOMETRICO
Di fama internazionale su di un terrapieno, con parterre d’erba e fontana centrale, siepi di bosso della metà ’700, disegnano volute forse su disegno del Bianchi, affini al barocco francese, vicino recente piscina.

[ 4 ] GROTTA E VOLIERA.
Voliera ricoperta da volatili di Don Giuseppe Falezza. Grotta con statue mitologiche barocche e conchiglie, d’effetto tanto naturale che non è (tema d’origine ‘500), fresco luogo estivo per i signori (13X5m).

[ 5 ] GALLERIA (SALA CONVEGNI)
, galleria di servizio con bella volta (17X7,5m alto 6,5), sul lato corto un muro interrompe la pianta rettangolare.

[ 6 ] SALONE D’ARMI O DEI CESARI
Grande tavola centrale da parata in marmo, (ora spostata nel lato destro nord). Alle pareti fastose panche ‘700 lignee dipinte, per le attese dei visitatori e dipendenti, con stemmi, giardini a grottesca (ripresi dalla domus aurea di Nerone), salotti. Serie di quadri barocchi di Cesari (forse da pulire), copie della famosa serie di Tiziano (1485c.-1576) a Palazzo Del Te a Mantova, qui gli Allegri si vantano condottieri bravi quanto i cesari romani. A destra lato nord, serie d’importanti personaggi e prelati. (9,5X19,50m alto 5,6).

[ 7 ] SALA DA PRANZO
Marmoreo camino con affrescata una Venere di Paolo Veronese (1528-1588), rimossa nell’800 da Lucidalba Arvedi perchè impudica. Affreschi mitologici e allegorici di Paolo Farinati (1524-1606), rovinati da maldestri restauri…

SALOTTI DEL PIANO TERRA
Di circa (40mq h5,5m) l’uno: [8] Salotto giallo, con affreschi di Stile Rococò (paesaggi mitici classici, incorniciati da morbidi panni di velluto), varie tele, tra cui una battaglia ai modi di Antonio Calza. [9] Salotto azzurro, affrescato, con tele e specchi dalle cornici dipinte a finte architetture barocche, camino forse ‘800-‘900.

[ 10 ] CUCINE
Una con camino rinascimentale, l’altra con acquaio in rosso Verona, arredate (un tempo) da antichi pezzi in rame e in peltro, molti rari e curiosi.

[ 11 ] Corte
Con [12] abitazioni della servitù, [13] Castalderia, al centro l’Oratorio di San Carlo.

[ 14 ] ORATORIO DI SAN CARLO
con campanile e grandiosa scenografia architettonica. Nel retro Parco all’inglese, non geometrico, una finzione di paesaggio naturale (in voga a fine ‘700-‘800). Gli Allegri ed i dipendenti vi tenevano messa. Dedicato a San Carlo, forse perché ospite della villa.

ESTERNO
Forse di Giovanni Battista Bianchi, realizzato dopo la sua morte (1687) in Arte tardo Barocca di qualità molto fastosa, stilisticamente non aggiornato come la facciata neoclassica della villa. Costruito su un alto muro ad [15] esedra della corte, a nicchie con statue (ora vuote). La facciata è resa leggera da statue, volute e vasi che spezzano le linee; un bel scalone a forbice (con rampa che si sdoppia, tipico capriccio barocco), conduce al portale decorato dallo stemma degli Allegri.

INTERNO
Affrescato da Ludovico Dorigny con: architetture, festoni, finestre e vasi floreali (leggerezze tipiche del Rococò-Arte tardo Barocca); soffitto: Elia sul carro di fuoco; Presbiterio: Gloria angelica e Dio appare a San Carlo Borromeo; con ariosità e fasto, glorificando il potere degli Allegri. Ai lati, due tele ovali in cornici marmoree, del veronese Antonio Balestra (1666–1740): San Metrone e San Giovanni Battista. Balestra è stimatissimo a Roma (infatti fu per merito membro dell’Accademia di San Luca) sospeso fra il Neoclassicismo e la morbida grazia Rococò, allievo del celebre Maratta. Balestra e Dorigny, nel ‘700 sono fra i più contesi e pagati d’Europa, solo i più ricchi potevano avere i loro dipinti. Sotto un ovale, confessionale mimetizzato nel muro.

Oratorio di San Carlo

[ E ] SCUDERIA
portale bugnato e mascherone nell’arco. Bell’interno, 2 file di colonne (simili al ‘400) d’ordine tuscanico (come l’Arena) reggono il soffitto a vele, delimitando i box dei cavalli ed i canali di scolo per gli escrementi. Ora è magazzino.

[ 16 ] Scalone d’onore
Di linee barocche, per impressionare i visitatori, nel sottoscala matrici ‘700 in rame per stampare seta. Nel soffitto, in gloria lo stemma degli Allegri, parecchie tele ‘500-‘600circa.
Piano nobile (I piano).
Soffitti affrescati, tutto sontuosamente arredato con mobili in stile, quadri ed arredi di pregio. Tra i quadri presenti anche tele di Alessandro Turchi (1578-1649) e Giuseppe Porta (1520c-1575).

[ 17 ] SALONE DEI TITANI
Salone per impressionare i visitatori, illustra le qualità degli Allegri, (20×9 alto 12m). Lati lunghi: due condottieri in armi degli Allegri e Titani (giganteschi uomini) con i segni zodiacali. Lati brevi: Perseo e Medusa, lotta fra umani e Centauri e gruppi di lotte. Volta: l’Olimpo, le Tre Grazie, i Venti e lo stemma degli Allegri in gloria. Affrescato nel 1720 circa da Ludovico Dorigny; pittore della corte francese, venne in Italia per formarsi (grand Tour), si fermò a Verona per il successo ottenuto con i nobili veneti, sospeso fra il Neoclassicismo dei Carracci ed il Arte tardo Barocca-Rococò (stile leggero, tipici i fiori e le conchiglie). Quadrature architettoniche prospettiche forse di Francesco Bibbiena (1659-1739), ricercato in Europa per scenografie e costruzione di teatri, progettò il Filarmonico di Verona (ora rifatto). Giocosa illusione fra realtà (gorgone-lapiti) e scultura (architetture-titani). [18] Ampia terrazza di circa 70mq, con veduta sul giardino e la vallata.

SALOTTI DEL I PIANO
Uno di 50mq circa, con bel soffitto ligneo con dipinto allegorico, pareti affrescate di pregio e splendide battaglie di Antonio Calza (1653-1728 allora molto in voga, fatte per il piacere di mettere assieme masse, colori e paesaggi naturali), altri piccoli e preziosi dipinti.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

Foto e schemi: Paolo Villa
Le contrade di Grezzana, Ctg Lessinia, Coordinamento di Maurizio Delibori (Paolo Villa parte analizzata), 2005